La Serbia è un Paese in costante crescita
Nel 2018 il PIL ha registrato un 4,4% raggiungendo i 42,9 miliardi di euro, il debito pubblico è sceso al 53,6% del PIL, rispetto al record del 77% toccato nel 2015, e il tasso di disoccupazione si è attestato all’11,3% nel terzo trimestre dello scorso anno. Inoltre, nel 2018 gli Investimenti Diretti Esteri (IDE) hanno raggiunto i 3 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 2,4 miliardi del 2017, e la produzione industriale è aumentata del 2%
L’Italia, nel 2018 si è confermato il secondo partner commerciale
(secondo fornitore, dopo la Germania,e primo acquirente)

Le importazioni serbe nel 2018. Fonte: Ufficio statistico serbo
L’interscambio ha toccato i 4,03 miliardi di euro: con 2,05 miliardi di export italiano e 1,98 miliardi di import, secondo i dati dell’Ufficio statistico serbo.
L’Italia è, inoltre, il primo investitore estero attivo in Serbia per il periodo 2007-2018, con circa 600 aziende coinvolte, una quota di capitale investito pari a 3 miliardi di euro e un volume d’affari di oltre 2,5 miliardi.
I settori in cui si concentrano gli investimenti italiani nel Paese sono quello automobilistico (con FCA, che produce la 500L nella città di Kragujevac), quello bancario (Intesa Sanpaolo e Unicredit detengono il 27,7% del mercato locale e sono rispettivamente la prima e la seconda banca del Paese) e quelli assicurativo (Generali e Unipol-DDOR controllano una quota del 34,1%), tessile, calzaturiero e agricolo
Tra i settori che offrono opportunità di investimento alle imprese italiane in Serbia ci sono quello agricolo e quelli relativi alla gestione delle acque reflue e industriali e dei rifiuti, a causa della presenza di infrastrutture obsolete che necessitano di interventi di ammodernamento.
Da non dimenticare anche i settori energetico, automobilistico e ICT
PERCHÉ LE AZIENDE INVESTONO IN SERBIA

Il flusso degli investimenti diretti esteri in entrata in Serbia nel periodo gennaio
2010-giugno 2018. Fonte: Agenzia per lo sviluppo della Serbia
Secondo l’Agenzia per lo Sviluppo della Serbia che svolge una funzione di accompagnamento degli investitori esteri, tra i motivi per puntare sul Paese ci sono la presenza di una forza lavoro altamente qualificata e di varie zone di libero scambio, aliquote fiscali altamente competitive, bassi costi operativi, la stabilità economica e politica e la possibilità di usufruire di benefici finanziari e di incentivi.
E’ disponibile un incentivo fiscale decennale sul reddito societario per i grandi investitori, che investono circa
8,3 miliardi di euro in immobilizzazioni e assumono almeno 100 dipendenti.
Oltre al Governo centrale, offrono incentivi anche le varie municipalità che competono per insediare sul loro territorio aziende in grado di assumere manodopera.
PUNTI DI FORZA DELLA SERBIA
Tra i punti di forza della Serbia va citata anche la posizione geografica strategica e la buona rete
infrastrutturale del Paese, che è attraversato dai due corridoi paneuropei più importanti dell’Europa centro-orientale e meridionale (il VII e il X, che convergono a Belgrado). A questi si aggiunge il c.d.
corridoio XI (in fase di realizzazione), che partendo da Timisoara, in Romania, attraversa la Serbia e il
Montenegro per raggiungere poi Bari via mare.- Il regime fiscale in Serbia è molto favorevole per le società, se consideriamo che l’imposta sugli utili aziendali è la seconda più bassa d’Europa e l’IVA è tra le più competitive dell’Europa centrale e orientale (l’aliquota ordinaria è del 20% mentre quella ridotta – su generi alimentari di prima necessità, quotidiani, servizi e medicinali – è del 10%).
- Un altro elemento positivo per le aziende italiane interessate a investire in Serbia è dato dal fatto che il Paese ha avviato il processo per aderire all’Unione Europea e, quindi, sta iniziando ad applicare leggi armonizzate con quelle comunitarie e sta lanciando una serie di riforme in molti settori chiave, che favoriranno una maggiore apertura del mercato.
OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO
- Tra i settori che offrono opportunità di investimento alle imprese italiane in Serbia c’è quello agricolo. Il
Paese ha un buon potenziale soprattutto nella filiera della frutta, grazie a condizioni climatiche e di terreno favorevoli, inoltre il Governo per stimolare la produzione nazionale fornisce sovvenzioni a coloro che sono interessati a creare nuove piantagioni. Nonostante gli sforzi avviati per potenziare il settore, l’agribusiness presenta ampi margini di crescita ed è considerato dall’Esecutivo serbo come uno dei comparti principali per lo sviluppo del Paese. - Uno dei problemi maggiori in Serbia coinvolge la gestione delle acque reflue e industriali e il settore dei rifiuti in generale. La presenza di infrastrutture obsolete e scarse in questi ambiti offre opportunità di investimento per le imprese italiane. Secondo alcune stime circa il 65% dei produttori industriali in Serbia non utilizza depuratori per acque reflue e, per raggiungere i target previsti dall’Ue, il Paese dovrà investire 4 miliardi di euro. L’Unione Europea ha assegnato alla Serbia, per il periodo 2014-2020, un fondo di assistenza finanziaria pre adesione da 1,5 miliardi di euro per realizzare investimenti in settori strategici, tra cui quello ambientale. Le imprese italiane possono inserirsi nel mercato della gestione dei rifiuti in due modi: offrendo le proprie attrezzature e tecnologie ma anche know-how, oppure siglando accordi con amministrazioni locali e aziende municipalizzate su progetti concreti.
- Opportunità di investimento esistono anche nel settore energetico, che contribuisce a circa il 5% del PIL serbo: il carbone incide per due terzi sulla produzione totale, seguito dal petrolio, dal legno e dall’idroelettrico. Le infrastrutture energetiche sono però obsolete e gli impianti hanno bisogno di essere modernizzati grazie a capitali pubblici e privati. Tra i progetti principali previsti nel comparto ci sono il Corridoio Transbalcanico che collegherà i sistemi di trasmissione energetica di Serbia, Montenegro e Bosnia Erzegovina a quelli di Croazia, Ungheria e Italia attraverso linee aree da 400 kV o cavi sottomarini; la costruzione di un impianto per lo stoccaggio del gas ; interventi di riabilitazione
termica in vari Comuni del Paese e nella capitale e la realizzazione del gasdotto Turkish Stream. Quest’ultimo dovrebbe attraversare Bulgaria, Serbia, Ungheria e Slovacchia e diventare operativo dopo il 2020. - Anche il settore dei trasporti è fondamentale per l’economia serba e il Paese, trovandosi al crocevia di tre importanti corridoi dell’Europa sud-orientale. Secondo il piano dei trasporti serbo 2009-2027 gli investimenti pubblici complessivi necessari per la realizzazione delle opere infrastrutturali e per la loro
manutenzione ammonta a oltre 22 miliardi di euro. con priorità la ricostruzione della ferrovia Belgrado – Budapest, che migliorerà i collegamenti tra la Serbia e i Paesi della regione adriatico – ionica - L’industria automobilistica serba è uno dei settori più importanti del Paese: circa 60 investitori
internazionali hanno investito oltre 1,7 miliardi di euro nel comparto creando 27 mila posti di lavoro.
L’investimento più importante del settore è lo stabilimento di FCA, che ha contribuito ad attirare un
numero elevato di produttori di componenti automobilistiche in Serbia.
Fonte Ambasciata Italiana