Investire in un progetto di export nel settore alimentare può essere sicuramente un’idea vincente dal punto di vista economico soprattutto se si pensa che attualmente – secondo i dati delle Camere di Commercio – un prodotto alimentare italiano su cinque finisce sui mercati esteri.
In questo senso, la ricerca di Federalimentari parla molto chiaro: nel lungo periodo di crisi che l’Italia si è trovata ad affrontare fortunatamente il comparto agroalimentare è diventato un vero punto di forza del “ Made in Italy “, facendo leva su una qualità che non si limita solo alla bontà e alla genuinità, ma significa anche garanzie di sicurezza, salubrità e origine, diventando così un fattore centrale di competitività, è stato proprio l’export del settore alimentare nostrano all’estero a salvare l’economia e ad impedire che molte aziende chiudessero. E i margini di crescita sono ancora più entusiasmanti, anche troppo per non prendere in considerazione di affrontare questa sfida.
E’ sempre Federalimentari, poi, ad indicarci i paesi che maggiormente gradiscono sulle proprie tavole i nostri prodotti: arretrano leggermente le richieste provenienti dal Vecchio Continente mentre hanno un importante balzo in avanti gli ordini dai paesi dell’est in generale.
Tuttavia, non tutti i prodotti contraddistinti dal marchio Made in Italy sono ugualmente apprezzati all’estero. Il prodotto italiano che sembra essere più amato al di fuori dei confini nazionali è il vino che rappresenta una vera e propria bandiera per l’esportazione del Made in Italy all’estero, battendo anche i cugini francesi.
Al secondo posto si piazza, invece, la pasta, senza alcuna distinzione di formato. Un onorevole terzo piazzamento è riservato ai formaggi con in prima fila il Grana Padano che risulta essere quello più venduto nel mondo.
Seguono in successione, poi, prodotti dolciari, olio, frutta e verdura, salumi, caffè. A chiudere questa speciale classifica, infine, il prodotto che nessuno si aspetta: la birra.